giovedì 14 marzo 2013

Birdy, la dolcezza dell'essere giovani


Birdy--Birdy (Deluxe Edition)

voto: ****

E quando un album ti piace da morire, lo ascolti milioni di volte. Oppure quando un'artista ha quella magia che non ti sai spiegare e ti affascina al punto da calamitarti.
Di solito do poco credito ai baby artisti e infatti evito proprio di avvicinarmici neanche fossero la mia criptonite. Ma nell'ultimo anno mi sono dovuta ricredere più e più volte; Jake Bugg è stato un esempio, amato al punto da inserirlo nella chart dei miei dieci migliori ascolti del 2012.

Voglio raccontarvi come sono finita nella "rete" di Jasmine Van den Bogaerde, in arte Birdy.
No, non a San Remo... vi piacerebbe! Potevo non essere già a conoscenza dell'esistenza di una simile, rara e delicata artista? Certo che lo ero, dall'ascolto della colonna sonora del film Hunger Games.
La traccia che Birdy aveva composto per l'occasione era proprio l'ultima di tutta una sfilza di ballate folk-rock ed era la perla più rara e splendente di tutte: Just a Game, è dunque il brano con cui ho conosciuto questa giovane artista. E non potete neanche immaginare che faccia ho fatto quando ho scoperto che era una quindicenne pivellina (dopo che avevo letteralmente pianto sulle note di quella canzone).
Sotto shock, mi sono comunque messa alla ricerca di materiale in più e alla fine ho scoperto che la ragazza è inglese, figlia di artisti e imparentata con personaggi più o meno noti nella cultura britannica. Scrive testi da quando ha nove anni e ha sempre studiato - grazie alla mamma che è musicista in un'orchestra - musica classica e pianoforte.
Di norma frequenta la scuola e fa assenze solo quando è strettamente necessario a causa del lavoro ma appena può torna sui banchi per studiare. Insomma, sembrerebbe una ragazzina come tante altre.
Se non fosse per i suoi ascolti decisamente poco mainstream e per l'innata capacità di mettere in musica emozioni tanto più mature rispetto alla sua età.
Ma parliamo della sua musica, appunto.
Ancora troppo acerba per un LP di inediti cantautorali, nel 2011 è stato pubblicato un album omonimo (altra cosa che odio come ben sapete ma il fatto che la recensica, significa quanto ne valga la pena dare un ascolto a questo album), di cover.
Brani decisamente poco noti alla grande massa e già di partenza questo è un punto a suo favore.
Sonorità folk e intimiste, molto fumose e intense; pianoforte suonato con delicata bravura le cui note abbracciano una voce ancora non completamente formata ma già estremamente espressiva.
Gli ingredienti perché il futuro album di inediti di Birdy - previsto a breve, forse addirittura a fine 2013 - sia di qualità, ci sono tutti.
Non è semplice prendere la canzone di qualcun'altro e farla propria perché si rischia di mancare di capacità interpretativa (oltre che il pericolo di incombere in una pessima copia, standardizzata e stiracchiata in qualità). E' un dato di fatto che sono poche le cover di canzoni talmente degne di nota da entrare nella storia della musica e che riescono ad esaltare o addirittura superare l'originale (Knokin' On Heavens Door, rifatta dai Guns n' Roses è uno dei pochi esempi).
La sensibilità di calarsi nelle storie altrui è prerogativa del musicista di qualità che se anche non scrive i propri testi ma canta di storie scritte da altri deve trovare la via dell'"universalità": un esempio calzante di ciò che sto dicendo può essere Adele la cui innegabile capacità di raccontare storie che entrino sotto la pelle di tutti, l'ha portata dove sta ora (all'Oscar).

Birdy apre l'album con 1901, vecchio pezzo dei Phoenix, adattato perché faccia capire fin da subito quali sono le "corde" di quest'artista; è in pieno stile folk e sottolinea come la giovane Jasmine non rinunci al pianoforte ma non dica di no nemmeno all'utilizzo di batteria e un lievissimo basso.
Arriva la splendida Skinny Love che già avevo amato nella versione originale di Bon Iver (che compare nell'album For Emma, Forever Ago), qui solo pianoforte e voce: in questa traccia, dove la voce è sottile e lievemente incrinata, è possibile percepire tutta l'amarezza che forse l'autore originale evitava di metterci per non appesantire troppo il brano, eppure il risultato è comunque ottimo. Segue il gioiello di questo LP per bravura interpretativa e costruzione della melodia: People Help The People, è cover di un pezzo di Cherry Ghost con cui le differenze sono strabilianti: strabilianti perché ricordiamo che Birdy  aveva solo quattordici/quindici anni nel momento in cui ri-scrisse il pezzo. Se siete curiosi anche solo la metà di quanto lo sono io, so già che andrete ad ascoltarvi la versione originale per poi rimanere senza parole ascoltando quella di Birdy; desolazione, abbandono ed alienazione sono esattamente le prime sensazioni che avvolgono l'ascoltatore per poi trasformarsi in speranza piena e luminosa a mano mano che ci si avvicina alla fine.
White Winter Hymnal, cover di un pezzo dei Fleet Foxes - pionieri del folk moderno - è un puro inno all'inverno; è una breve chicca che sembra fatta apposta per evocare il focolare e la neve che scende soffice e gelida dal cielo.
Si prosegue con il pezzone Disctric Sleeps Alone Tonight dei Postal Service: meno immediato dei suoi predecessori ma non meno intenso. I cori si sprecano e fin dall'inizio il pianoforte è accompagnato da un tappeto più complesso di suoni e la voce di Birdy sembra anche essere più matura. I'll Never Forget You (Francis & The Light), è semplicemente strappa-lacrime, non puoi resistere alla dolcezza della melodia e alla vocina-ina-ina tutta tremolii e acutini di Birdy che sussurra "I'll never forget you...". E il livello qualitativo non scende nemmeno sui brani successivi, passando per una un po' più "spensierata" Young Blood (schema musicale che ricorda 1901), fino ad arrivare alla cover di un brano dei The XX, Shelter, dove inciampare sarebbe stato facilissimo visto il genere di canzone (tutto sinth e voce angelica del frontman), non sia proprio dei più accessibili ma che invece Birdy riesce a fare propria e a trasformarla in parte integrante dell'album, fondendolo con le cover precedenti e successive. Fire & Rain e Terrible Love sono sempre cover: la prima era già un brano bello di suo e dalle lyrics estremamente toccanti - James Taylor la scrisse per una sua cara amica morta suicida - ma reinterpretata dalla dolce voce giovanile della Bogaerde il pezzo assume quella tristezza malinconica che non lascia scampo; la seconda è ben costruita con il gioco piano-archi che ha inizio più o meno al minuto 01:30, che a Birdy piace tanto.
Without A Word è invece un'inedita scritta dalla stessa Birdy: è molto delicata e dolce e scritta con cura e grazia. E' un brano solo piano e voce, in cui le incertezze e le incrintaure in questo caso sono funzionali per meglio esprimere il soggetto del brano. Certo, nel confronto con gli altri pezzi coverizzati questo primo tentativo cantautorale sembra sbiadire un pochino, ma io terrei sempre bene a mente quanti anni ha l'autrice.
Nella versione deluxe troviamo Comforting Sounds, brano di quasi nove minuti che inizia e finisce con una bella sessione d'archi, con più spazio nella parte centrale al piano e alla voce di Birdy. Non fatevi spaventare dalla lunghezza di questa canzone; i minuti passano in fretta anche troppo, vista l'alta qualità che ne permea ogni nota.
Farewell and Goodnight, è un'altra bellissima cover e chiude degnamente questo album catartico e promettente. E' in sintesi estrema, una piccola ninna nanna e non poteva esserci finale più dolce di questo.
In chiusura, troviamo una versione live di People Help The People, da ascoltare assolutamente se si ha apprezzato la versione studio.




Birdy--Live In London
A questo proposito, ricordo che poco dopo l'uscita dell'album omonimo, Birdy si è cimentata in un concerto dal vivo a Londra, registrato e poi pubblicato come Birdy--Live In London.
Da ascoltare imperativamente se si ha apprezzato l'album in studio e si desidera assaporare le stesse melodie spogliate di qualsiasi costruzione e ridotte all'osso: solo piano e voce.
Qui, risulta ancora più evidente il talento compositivo e canoro di quest'artista inglese, che è pressoché perfetta a livello di cantato ed empatica al punto giusto nell'interpretazione.
Ecco la tracklist completa:
  1. Shelter
  2. The A Team
  3. 1901
  4. Just a Game
  5. Young Blood
  6. People Help The People
  7. Terrible Love
  8. Skinny Love

Ricapitolando, pronostico a Birdy una carriera in musica brillante e promettente; non si ascoltano tutti i giorni simili gioielli delicati e magnifici. Ma se anche decidesse che la musica non fa per lei oppure se crescendo e cambiando, Jasmine decidesse di cambiare genere e diventare una nuova Kei$a (spero proprio di no ma si sa che a volte le speranze vanno alle ortiche), l'album omonimo "Birdy" e il "Live In London", sono consigliatissimi da avere nella propria collezione di LPs.
Magari tra qualche anno, sarà d'ispirazione non piùa noi ma ai nostri figli e sarà utile anche per ricordare loro che nella vita ci sono altri obbiettivi oltre la materialità e l'egocentrismo.


Hope Valentine.




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